30 Aprile 2018

UOMO COPERTINA PSB – Alberto Cerri, la certezza del Perugia

Dopo la pesantissima sconfitta nel derby e la prestazione negativa offerta nel pareggio di Ascoli, il clima a Perugia, nonostante i play-off appaiano a portata di mano, è tutt’altro che sereno. Anche se la tifoseria ha parecchio da recriminare nei confronti della squadra, è significativo che abbia permesso ad Alberto Cerri di aggiudicarsi il titolo di Uomo Copertina PSB con un […]

Dopo la pesantissima sconfitta nel derby e la prestazione negativa offerta nel pareggio di Ascoli, il clima a Perugia, nonostante i play-off appaiano a portata di mano, è tutt’altro che sereno. Anche se la tifoseria ha parecchio da recriminare nei confronti della squadra, è significativo che abbia permesso ad Alberto Cerri di aggiudicarsi il titolo di Uomo Copertina PSB con un plebiscito di voti. Come dimostrato dal suo compagno di reparto Di Carmine contro la Ternana, l’attacco è, infatti, l’unica certezza di un organico che dopo aver speso tante energie per riconquistare posizioni in classifica pare ora stremato in vista del gran finale. La partita di sabato pomeriggio ha confermato il brutto e il bello del Grifo dell’ultimo periodo: una difesa falcidiata dagli infortuni e succube di frequenti amnesie individuali ed una fase offensiva capace di creare numerose insidie al portiere avversario grazie all’estro e la prestanza fisica dei singoli.

Diamanti-Di Carmine-Cerri, nonostante le difficoltà, costituiscono un trio in grado di fare la differenza in ottica promozione e il numero 27 si candida a recitare fino in fondo un ruolo da protagonista. Dopo gli anni bui successivi alla sua esplosione al Viareggio, quest’anno Alberto ha saputo dimostrate di non essere affatto una meteora, bensì un classe ’96 dalle potenzialità enormi. Al senso del gol, egli sa abbinare, a dispetto della stazza, una notevole tecnica di base ed un’intelligenza calcistica fuori dal comune, che l’ha portato a realizzare ben 10 assist vincenti. Con numeri del genere, la Serie B non può che essere un luogo di passaggio per il bomber di proprietà della Juventus, il quale però ha l’occasione di lasciare un segno persistente nella piazza che gli ha concesso di diventare grande: condurla, con testa, fisico, cuore e gambe, fino alla terra promessa, ma da tempo dimenticata, chiamata Serie A.