4 Dicembre 2017

La voce del tifoso – Punto d’oro per il VeneziaMestre

Quello di Palermo non resterà di certo nella memoria collettiva come un grande incontro, ma come l’ennesima dimostrazione che questo VeneziaMestre non sia preda facile per nessuno. Si gioca in un clima quasi surreale, lo stadio Barbera appare come una cattedrale nel deserto, popolata da poche centinaia di spettatori, segnale lampante di una fiducia verso […]

Quello di Palermo non resterà di certo nella memoria collettiva come un grande incontro, ma come l’ennesima dimostrazione che questo VeneziaMestre non sia preda facile per nessuno. Si gioca in un clima quasi surreale, lo stadio Barbera appare come una cattedrale nel deserto, popolata da poche centinaia di spettatori, segnale lampante di una fiducia verso la società arrivata ormai agli sgoccioli, dopo le notizie sul possibile fallimento giunte in settimana. Sensazioni e presagi che a Venezia, purtroppo, conosciamo molto bene, ma che sembrano lontane secoli, ammirando il fantastico spicchio di tifosi ospiti, che colorano di arancioverde un settore non abituato a presenze così numerose e rumorose. I vecchi rancori, veneziani, ed i nuovi livori, siciliani, verso mr Emmezeta, creano una sorta di ambiguo gemellaggio dell’odio, nonostante la calda rivalità tra le due tifoserie.
Il clima è quasi nordico, freddo vento e pioggia intensa fino a poco prima del calcio d’inizio, terreno che sembra in condizioni non perfette.
Inzaghi riparte dal modulo classico, sostituendo l’indisponibile Garofalo con Del Grosso, mentre nelle roulette dell’attacco escono i numeri di Geijo e Moreo. L’inizio è di marca rosanero, con gli ospiti che concedono molto campo, aspettando gli avversari al limite della propria area, rischiando tuttavia solamente con qualche conclusione dalla distanza. Gli errori tecnici si susseguono da una parte e dall’altra, in particolare a sorprendere è l’imprecisione dei lagunari nell’uscire con palla bassa dalle retrovie, spesso causando brividi agli appassionati unionisti. La manovra è di conseguenza complicata e lenta, le fasce non riescono ad accompagnare con costanza la fase offensiva, e la soluzione lunga verso le punte sembra diventare l’unica alternativa di gioco. La freccia Falzerano è sorvegliato a vista ed in giornata no, probabilmente a causa di un fastidio che lo costringerà ad uscire nell’intervallo. Geijo lotta per tutto il match, sgomita e conquista diversi falli (raramente sanzionati a dovere dall’arbitro), ma spesso è costretto ad arretrare troppo per ricevere palloni giocabili. La sua spalla Moreo invece è quasi sempre lontana dal gioco, e quando riceve dei buoni palloni la precisione e la determinazione scarseggiano. Come nelle precedenti partite però, la sensazione é che la colpa non sia da ricercare solo nella scarsa predisposizione alla finalizzazione degli avanti veneziani, ma anche dal tipo di lavoro che viene richiesto loro, spesso istruiti a difendere e “ritornare” come centrocampisti aggiunti, probabilmente rendendoli più carenti di lucidità negli ultimi venti metri. Proprio questa caratteristica del modulo lagunare garantisce una compattezza che fino a questo momento del campionato sta garantendo punti e sicurezza, insieme ad una linea difensiva ed ad un portiere da categoria superiore. Ma alla lunga potrebbe diventare rischiosa, in particolare quando squalifiche ed infortuni limiteranno l’utilizzo della difesa tipo, come succederà già da sabato prossimo.

Il match prosegue senza grosse emozioni, con i padroni di casa che non sembrano spingere con la necessaria convinzione; sarà infatti il VeneziaMestre ad avere la più chiara occasione del primo tempo dopo una buona combinazione tra le punte. L’infortunio alla mezz’ora di Modolo complica notevolmente il compito, ma la difesa regge l’urto senza grossi patemi. Nella ripresa i ritmi non cambiano, l’Unione arretra ancora, rinunciando quasi completamente alle ripartenze. A dieci dal termine le proteste di capitan Domizzi gli costano la doccia anticipata, ma il forcing finale dei rosanero riuscirà solo ed esaltare le doti atletiche di un Audero che difficilmente il prossimo anno vedremo ancora in serie cadetta. E mentre nel settore ospiti continua la torcida arancioneroverde, il match si conclude con un punto importantissimo conquistato dall’Unione.
Tra le evidenti note positive ancora una volta lo spirito di questo gruppo, capace anche in una giornata molto sfortunata tra infortuni e cartellini, di mantenersi in partita al cospetto di un avversario decisamente più attrezzato. Ne è simbolo un Zigoni entrato in partita nei minuti finale con una straordinaria grinta ed intensità, nonostante l’espulsione di Domizzi lo avesse costretto quasi esclusivamente a compiti difensivi.
Nel prossimo match contro la Pro Vercelli le numerose assenze costringeranno il tecnico emiliano a rivedere i propri dogmi, ma potrebbero consentire anche nuove soluzioni tattiche, quantomai utili in questa fase della stagione. Ma di certo non potrà mancare l’apporto di una tifoseria che giornata dopo giornata si rivede sempre di più nelle gesta dei propri beniamini, sublimate da un attaccamento alla maglia che ci permette di superare anche gli ostacoli più ardui, come questo Palermo sembrava essere.