30 Agosto 2022

I 4️⃣ perché di PSB: dal nuovo Pisa a Maita, dai dubbi del Südtirol a Cuisance

PERCHÈ PSB – Il campionato di Serie B è sempre stato ricco di spunti di riflessione, ma in questa stagione di grandissime squadre e grandi firme lo è ancora di più. Un torneo composito, che unisce club di tradizione ultracentenaria come il Genoa a una matricola assoluta come il Südtirol, e dà spazio alle tante anime dell’Italia calcistica. La nostra Redazione ha […]

Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images - Via One Football

PERCHÈ PSB – Il campionato di Serie B è sempre stato ricco di spunti di riflessione, ma in questa stagione di grandissime squadre e grandi firme lo è ancora di più. Un torneo composito, che unisce club di tradizione ultracentenaria come il Genoa a una matricola assoluta come il Südtirol, e dà spazio alle tante anime dell’Italia calcistica. La nostra Redazione ha deciso di individuare al termine di ogni turno 4 temi su cui porsi e porre domande e attorno ai quali sviluppare analisi.

Perché il Pisa ha cambiato tanto dopo una finale play-off?

Indomito, qualitativo, competitivo: così il Pisa si era congedato dallo scorso campionato, terminato il 29 maggio all’U-Power Stadium contro il Monza. La squadra di Luca D’Angelo aveva perso la finale play-off ai supplementari, ma aveva dimostrato il proprio valore e una spiccata identità. Nonostante l’intenzione, espressa a mezzo stampa, del presidente Giuseppe Corrado di ripartire dall’allenatore che in 4 anni è passato dai play-off di Serie C vinti alla sfiorata, la volontà del patron Alexander Knaster ha prevalso. Nuovo corso, nuovo mister e rosa ampiamente modificata. L’arrivo di Rolando Maran non ha soltanto segnato l’inizio di un progetto tecnico, ma anche la fine di un metodo. Il ds Claudio Chiellini nella scorsa stagione ha operato nel solco della continuità del lavoro triennale svolto da Roberto Gemmi. L’organico era stato puntellato, ma fondato su solide basi. In questa sessione estiva, invece, si è assistito a una girandola di cessioni e innesti, molti provenienti dall’estero. Dopo 3 giornate i toscani hanno un solo punto in classifica e appaiono spuntati in attacco (ci sarà da valutare lo stop di Torregrossa) e ancora piuttosto ingessati nel reparto arretrato. Per aprire un ciclo il tempo è un alleato necessario e certamente qualche altro elemento arriverà, ma la sensazione è che i nerazzurri abbiano smarrito l’equilibrio che li aveva contraddistinti.

Emanuele Garbato

 

Perché Mattia Maita ha solo 4 presenze in Serie B?

Undici anni dal primo spezzone in Serie B con la maglia della Reggina alla prima vera presenza con la maglia del Bari. Mattia Maita a Catanzaro ha mostrato, per anni, di essere un calciatore di categoria superiore. Dominante in Serie C per leadership e tecnica, continuamente pronto al salto in Serie B, sempre sfiorato e mai arrivato. Nonostante ciò, è servita la promozione conquistata sul campo con la maglia del Bari per vedere finalmente Maita in Serie B. Nelle prime tre apparizioni in cadetteria, il messinese classe 1994 ha fornito prestazioni maiuscole e messo in mostra quantità e qualità incredibile. Annullato Vazquez a Parma, illuminato in modo geniale per Folorunsho a Perugia: la sintesi di tutto ciò che è Mattia Maita. La sua utilità nello scacchiere tattico di Mignani è cruciale: utilizzato sia da regista che da mezzala, il calciatore costruisce e fa legna, si destreggia in punta di fioretto e colpisce con la stoccata. Perché un centrocampista totale, duttile ed a tratti dominante è al primo anno di Serie B a 28 anni compiuti?

Alessio D’Errico

 

Perché Michaël Cuisance non è il giocatore che potrebbe essere?

Michaël Cuisance ha una storia che genera una sorta di straniamento, perché ciò che sembrava essere scontato non si è poi rivelato, complice un percorso che apparentemente diretto verso la grandezza, per poi regredire a causa di inattese montagne russe. L’oggettiva superiorità tecnica e cognitiva con le nazionali giovanili francesi, l’approdo in Bundesliga con il Borussia Monchengladbach, le improvvise difficoltà nell’annata 2018-2019 eppure l’approdo nel più grande club tedesco, il Bayern Monaco. Tanti, se non tutti, credono nella qualità di questa inebriante mezzala, eppure poco a poco comincia a spargersi la sensazione che il suo gioco sia eccessivamente concentrato sulla propria prestazione invece che sulla necessità di fare il bene del collettivo. La parentesi con il Marsiglia è grigia, nonostante l’esordio in Champions League. Nella scorsa stagione il Venezia decide di migliorare il proprio inverno portandolo in terra lagunare, eppure non riesce a incidere, trascinato dalla negatività di un nefasto girone di ritorno. È rimasto e ha deciso di rimettersi in gioco in Serie B, dove ha finora già trovato due gol in altrettante partite. Nessuno nella rosa dei lagunari ha la completezza del suo bagaglio calcistico, ed è complicato trovare in cadetteria un calciatore potenzialmente così completo. La domanda, dunque, sorge spontanea: perché questo classe ’99 non è riuscito a salire ai piani che sembravano essere cuciti sul suo talento?

Francesco Fedele

 

Perché il Südtirol ha aspettato tanto per ingaggiare Pierpaolo Bisoli?

La scommessa Leandro Greco non ha avuto l’esito sperato dalla dirigenza del Südtirol e, nel giro di poche settimane, l’avventura del giovane tecnico con la formazione neopromossa è giunta al capolinea. Le responsabilità di Greco sono ovviamente piuttosto limitate, visto che nemmeno per un allenatore navigato è facile approcciarsi ad un campionato così complicato come quello cadetto a pochissimi giorni dal via. Una scelta, quella di una società modello come il Südtirol, che ha lasciato un po’ tutti perplessi, in quanto, dopo l’inaspettato addio di mister Zauli, era probabilmente scontato scegliere di puntare su un tecnico esperto e pronto alle difficoltà di questo torneo. Era in lizza sin da subito Pierpaolo Bisoli, allenatore reduce da una straordinaria cavalcata che ha condotto il Cosenza alla salvezza, ma si è deciso di tentennare. Una scelta che non ha pagato e, dopo tre giornate, il club è tornato sui suoi passi. Meglio tardi che mai…

Francesco Gala