Editoriale

La condanna di essere Massimo Coda

CODA SERIE B – Il passaggio di Massimo Coda dal Lecce al Genoa formalizzatosi all’alba della sessione di mercato estivo (seppur formalmente arrivato nell’ultimo giorno utile della scorsa stagione), può essere già considerato il colpo dell’estate. Questa definizione è legittima e giustificata dal curriculum con cui il calciatore di Cava de’ Tirreni si presenterà nella Genova rossoblù.

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Vincere per due anni di fila il titolo di capocannoniere in Serie B è un traguardo che nessuno aveva mai raggiunto nella storia, un record non banale che ci consegna ad una riflessione: la condanna di essere Massimo Coda.

I numeri in Serie B

101 reti in Serie B in 6 stagioni, una media gol che flirta col clamoroso numero di una rete ogni due partite, due campionati vinti, 5 volte con più di 15 reti in campionato di cui 3 con 20 o più gol. Questi numeri, in un campionato difficilmente pronosticabile e schematizzabile come la Serie B, rappresentano una certezza granitica che sfugge a qualsiasi imprevisto che la cadetteria fornisce ogni anno.

Il nome di Coda è in cima alla lista di tutti i dirigenti che hanno l’ambizione di puntare alla Serie A e, coi numeri succitati, è presto detto il perché. Massimo Coda, però, non è solamente gol: la totalità acquisita col tempo rende l’ex Benevento uno degli attaccanti italiani più completi mai visti in Serie B. La capacità di giocare da 9 e da 10 contemporaneamente è arte riservata solo pochi campioni: il parallelismo con Gonzalo Higuain, che emerge quando le reti di Coda vanno ad essere tremendamente simili in quanto a difficoltà e bellezza a quelle dell’argentino, è anche qui plausibile ed aderente.

Condanna o non condanna?

Essere Massimo Coda è dunque una condanna? Così come in tutti gli aspetti della vita, dipende dai punti di vista.

Massimo Coda merita una chance in Serie A? Sicuramente sì.

Massimo Coda merita di essere strapagato, al netto dell’età, per vincere la Serie B? Assolutamente sì.

La verità, dunque, qual è? Sforzarci di ricercare quella assoluta sarebbe esercizio inutile.

La delusione di alcuni tifosi del Lecce (in questo caso) è comprensibile. La scelta di Massimo Coda (e c’è da dire anche di un club che si vede pervenire un’offerta fuori mercato per un attaccante di proprietà di quasi 34 anni) di sposare nuovamente la Serie B, altrettanto.

Certe volte nel calcio il curriculum rappresenta una “gabbia” da cui è difficile uscire. Fare 101 gol in uno dei campionati più equilibrati e complessi d’Europa non lascia indifferenti gli uomini di mercato. Le giocate, gli assist, il pensiero ed il modo di stare in campo fanno dell’attaccante campano un calciatore superiore in una categoria che, comunque, lancia ed afferma giovani di livello ogni anno.

Chi vuole la Serie A sceglie Massimo Coda che, probabilmente, passerà alla storia come l’attaccante condannato alla Serie B a causa della sua netta, ed a tratti imbarazzante, supremazia in campo.

Crescenzo Micillo

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